Nascetta: Ribelle, Indomita, Indimenticabile
Nascetta è una donna libera. Estroversa, difficile da domare. È unica, perché sa di doverlo essere. Se vuole lasciare il segno, se vuole farsi scegliere. Per questo è capricciosa, lunatica, ribelle. Si fa desiderare, e solo chi sa capirla, chi ha pazienza e passione, riesce a meritarla. Ma se ci riesci, lei ripaga con il suo carattere complesso e affascinante, con il suo aroma inconfondibile e con una personalità che non ti stancherai mai di scoprire.
Nascetta nasce nelle Langhe, a Novello, e come tutte le storie di chi vuole sopravvivere, la sua è fatta di lotte, cadute e rinascite. Dimenticata per decenni, ha resistito nell’ombra, per poi riemergere grazie alla tenacia di chi ha creduto in lei. Oggi è l’unico vitigno autoctono a bacca bianca delle Langhe e sta conquistando il suo posto tra i grandi.
Così, nel cuore di questo territorio di colline sinuose e antichi borghi, siamo andati a conoscerla. Il nostro press tour è stato un viaggio alla scoperta della Nascetta e delle donne e degli uomini che con dedizione la coltivano e la trasformano in un vino dal fascino irresistibile.

Un viaggio nel cuore delle Langhe: tra storia, tradizione e innovazione
Il nostro percorso è iniziato a Terre del Barolo, un luogo che più che una cantina è un manifesto d’amore per il territorio. Qui, dopo un’accoglienza calorosa con prodotti locali e un briefing sull’associazione di Indigenous Langa, abbiamo capito che il vino è molto più di un prodotto: è cultura, storia, identità.
Anna Maria Abbona: la Nascetta che brilla
La prima degustazione è stata nella cantina Anna Maria Abbona a Monforte d’Alba. Qui, la Nascetta si presenta in due vesti: ferma e spumante. Fresca, profumata, con note minerali e una sorprendente capacità di evoluzione nel tempo. Abbiamo pranzato nel bellissimo salone panoramico, assaporando piatti in abbinamento, mentre le parole di Anna Maria Abbona ci raccontavano la sfida di coltivare questa varietà difficile, ma proprio per questo affascinante. Siamo tornati indietro nel tempo scoprendo la vita lenta dei contadi attraverso le storie della dimora che ci ha accolto, ristrutturata con una ristrutturazione conservativa che esalta i ricordi del passato e gli ambienti originali della cascina di un tempo.
Enrico Rivetto: biodinamica, consapevole e con carattere
Nel pomeriggio, ci siamo spostati alla Cantina Rivetto a Serralunga d’Alba. Nelle Langhe, terra di grandi vini e tradizioni secolari, c’è chi sta riscrivendo il modo di fare viticoltura. Cantina Rivetto, di Enrico Rivetto, situata a Serralunga d’Alba, è un esempio di come il vino possa essere più di un prodotto: può diventare un’idea di mondo, un atto di consapevolezza e rispetto per la natura. Con una filosofia radicata nella biodinamica, la famiglia Rivetto ha abbracciato una visione agricola che va oltre la semplice produzione di vino, trasformando la propria azienda in un vero e proprio organismo agricolo vivente.
Uno dei concetti chiave della filosofia di Rivetto è il disimparare. Come espresso nei loro post, la cantina ha abbandonato le vecchie convinzioni per riscoprire un approccio più autentico e sostenibile. La biodinamica non è un dogma, ma una scelta consapevole che permette di imparare dagli errori e di cambiare paradigma.
Significa non forzare la natura, ma osservarla, comprenderla e collaborare con essa. Questo approccio permette di produrre vini che raccontano davvero il terroir, esprimendo la loro unicità senza interventi artificiali.
Uno dei progetti più innovativi di Cantina Rivetto è la scuola in cantina. Non si tratta solo di un progetto di educazione innovativo, ma di un cambio di mentalità, un percorso di consapevolezza che aiuta a comprendere il legame profondo tra uomo, terra e vino.
Alle nuove generazioni si insegna che “i vigneti non si possiedono, si custodiscono”, perché la terra non è una proprietà da sfruttare, ma un patrimonio da proteggere e tramandare. Nei vigneti Rivetto, le viti non sono sole: convivono con alberi, fiori ed essenze che arricchiscono il terreno e attirano impollinatori e uccelli. Un approccio che guarda oltre il profitto immediato e punta a costruire un futuro più sostenibile.
Castello di Perno: Neoclassica
Ultima tappa della giornata, la cantina Castello di Perno a Monforte d’Alba, dove tradizione e innovazione si incontrano. Degustare la Nascetta in una cornice storica come questa ci ha fatto capire ancora di più il valore del tempo: quello necessario per far maturare il vino, per costruire un’identità, per far tornare alla luce ciò che sembrava perduto.
La cantina del Castello di Perno, situata nella località Castelletto di Monforte d’Alba, abbraccia una filosofia enologica definita “neoclassica”. Questo approccio rispetta la tradizione vitivinicola locale, reinterpretandola con una sensibilità contemporanea. I vini prodotti riflettono l’eleganza e la finezza del territorio, con una consapevolezza che ogni bottiglia è un organismo vivente, destinato a evolversi nel tempo.
Cascina Corte: Famigliare e Armonica
Dopo una giornata intensa, il riposo è stato all’insegna dell’autenticità: Cascina Corte.
La storia di Cascina Corte è una testimonianza di passione e dedizione. Nel 2001, i proprietari, Amalia e Sandro, hanno intrapreso un’avventura coraggiosa, acquistando una grande casa in stato di abbandono da oltre 30 anni, situata sulla collina di San Luigi, nei pressi di Dogliani. Studiando antiche mappe risalenti al XVIII secolo, hanno scoperto che la proprietà era originariamente conosciuta come “Cascina Corte”, probabilmente legata a Ignazio Corte, un illustre personaggio nato a Dogliani nel 1700, che aveva trasformato la casa in un elegante palazzotto di campagna.
Oltre alla produzione di vini biologici di alta qualità, Cascina Corte offre un servizio di ospitalità che riflette l’amore per la terra e per le tradizioni locali.
La ristrutturazione della cascina è stata guidata da una filosofia di rispetto per l’ambiente e per l’architettura tradizionale. Sono stati utilizzati materiali naturali e tecniche di bioedilizia per garantire un ambiente salubre e confortevole. L’uso di intonaci a base di calce naturale, l’isolamento termico con materiali ecocompatibili e l’adozione di sistemi energetici sostenibili hanno contribuito a creare spazi abitativi che favoriscono il benessere e un riposo rigenerante. Ogni dettaglio è stato curato per preservare l’autenticità della struttura originale, offrendo agli ospiti un’esperienza unica di immersione nella tradizione piemontese.
Creatività, tradizione e nuove prospettive
Il secondo giorno è iniziato con una degustazione alla Cantina Cascina Corte di Dogliani, dove abbiamo approfondito il carattere della Nascetta. È un vino mutevole, che sa essere fresco e giovane, ma che con il tempo si evolve in qualcosa di più complesso, più maturo, proprio come chi lo produce.
PurpleRyta: Creativa e Anarchica
A Barolo, abbiamo sperimentato un modo unico di avvicinarci al vino: dipingere con esso. L’artista PurpleRyta ci ha mostrato come trasformare il vino in arte, in un laboratorio creativo dove il rosso dominava, ma i quadri realizzati con la Nascetta ci ricordavano che questo vitigno ha mille sfumature da offrire.
Un momento perfetto per prenedersi una pausa dalle degustazioni…qui il vino non si assaggia, da vita ad opere d’arte creative. Partecipare a una lezione di wine painting con Purpleryta significa esplorare un modo innovativo di interazione con il vino, trasformandolo da semplice bevanda a mezzo espressivo artistico.
Serio e Battista Borgogno: Fresca e Futuristica
Nel cuore della collina di Cannubi, tra i vigneti più prestigiosi di Langa, abbiamo incontrato Federica Borgogno, che insieme alla cugina Emanuela guida con passione la storica Cantina Fratelli Serio & Battista Borgogno. Fondata nel 1897, la cantina ha mantenuto un profondo rispetto per la tradizione, con fermentazioni in grandi tini di legno e affinamento in botti di rovere di Slavonia, ma con uno sguardo chiaro verso il futuro.
Durante la degustazione, abbiamo assaporato il Barolo Cannubi, potente ed elegante, e la Nascetta, fresca e minerale, scoprendo una storia familiare che si intreccia con quella delle Langhe. Tra racconti e progetti innovativi, Federica ed Emanuela ci hanno trasmesso un’idea chiara: il vino è un legame tra passato e futuro, tra chi lo produce e chi lo assapora.
Cantina Francone: Pionieristica
La Cantina Francone a Neive è stata una delle prime, negli anni ’60, ad aprire le porte agli appassionati per degustazioni guidate, anticipando l’enoturismo moderno. Oggi, oltre a offrire visite e degustazioni su prenotazione, la cantina custodisce un museo che racconta la storia della famiglia e della viticoltura locale. Durante la nostra visita, abbiamo assaporato vini eccellenti, tra cui la Nascetta “Leonina”, in un ambiente che trasuda passione e tradizione.
La Tribuleira: Giovane e Appassionata
La Cantina La Tribuleira è la storia di una prima generazione di vignaioli che ha scelto di costruire qualcosa di nuovo nelle Langhe, con radici ben salde nella tradizione ma con un’anima moderna e dinamica. Situata a Santo Stefano Belbo, questa realtà giovane e appassionata ha fatto della cura artigianale e del rispetto per la natura il proprio marchio distintivo.
Abbiamo incontrato chi ha fondato la cantina e ci ha raccontato come ogni vite, ogni grappolo e ogni bottiglia siano frutto di una visione ben precisa: creare vini autentici, espressione sincera del territorio. Qui si lavora con dedizione, senza scorciatoie, seguendo metodi di vinificazione che esaltano la qualità dell’uva e rispettano i cicli naturali.
Degustare un calice di Nascetta o Moscato d’Asti in questa cantina significa entrare in contatto con una realtà in cui il vino è passione, dedizione e famiglia. Un progetto giovane, ma con una chiara direzione: far parlare la terra attraverso ogni sorso, raccontando il meglio delle Langhe con uno spirito fresco e innovativo.
Marco Capra: Ludica
A Santo Stefano Belbo, l’Azienda Agricola Marco Capra rappresenta la perfetta fusione tra innovazione e tradizione. Marco ha dedicato alla figlia Elisabetta l’etichetta “Seitremenda”, un Metodo Classico Alta Langa DOCG. Il nome gioca sui 36 mesi di affinamento sui lieviti e sul carattere vivace della figlia. Per avvicinare i più piccoli al mondo del vino, Marco ha creato un gioco educativo incluso nella confezione da sei bottiglie, trasformando le capsule numerate in pedine e il processo produttivo in un’avventura ludica.
Langhe: un territorio da vivere tutto l’anno
Le Langhe non sono solo vino. Sono storia, cultura, esperienze uniche che si possono vivere in ogni stagione. I campi di lavanda che non hanno nulla da invidiare alla Provenza, gli idromassaggi in tinozza tra le vigne, le degustazioni di vino e caccia al tartufo, il trekking tra le colline o le lezioni di yoga con vista panoramica in un campo di lavanda. Un territorio che racconta sé stesso attraverso i suoi sapori.
Vi siete mai chiesti perché la bagna cauda sia a base di acciughe o perché l’antipasto piemontese abbia il tonno, pur non essendoci il mare? Noi lo abbiamo scoperto sorseggiando un bicchiere di Nascetta e ascoltando le storie sulla via del sale, sui dazi e sui commerci che hanno plasmato questa terra. Perché il vino non è solo un piacere per il palato, ma anche un viaggio nella memoria collettiva.
Grazie a chi ha reso speciale questo viaggio
Un ringraziamento speciale a chi si è preso il tempo per fermarsi, per vivere il territorio, per scoprire la Nascetta con noi. A Serena Speziali, head of content di Wannabe. A Julia Gulisano, personal chef, e suo marito Ian, che ci ha fatto guardare l’Italia con occhi nuovi. A Wendy Migliaccio e Alessandro Lettieri, del Milanese Imbruttito. A Gabriele Mandalà di Foodreporter, a Maurizio Bongioanni di Lifegate, a Luca Nazzicone di Winelivery.
E soprattutto, grazie ai produttori. A Indigenous Langa, che lavora per preservare l’unicità di questo territorio. A Ilenia di Love Langhe, nostro partner fidato sul territorio, che con la sua passione ci ha accompagnato in ogni tappa.
La Nascetta ci ha conquistati. E siamo certi che, se verrete a scoprirla, conquisterà anche voi.